Descrizione
La storia
A Campi fino dal 1868 non esisteva un teatro, poiché quello vecchio era stato demolito e trasformato in scuola comunale.
Nella comunità campigiana il culto dell'arte drammatica era molto sentito e nacque l'esigenza di erigere un nuovo teatro.
Nel 1871 alcuni cittadini benestanti campigiani, sotto l'egida del conte Giovanni Rucellai, si unirono per fondare l'Accademia dei Perseveranti, una società avente come scopo la costruzione del teatro e di cui furono vendute rapidamente le azioni.
Il progetto dell'opera fu affidato all'architetto campigiano Mariano Falcini che rispolverò un suo vecchio progetto per un teatro di Alessandria d'Egitto.
La costruzione procedette comunque rapida ed il teatro, dedicato a Dante Alighieri, venne inaugurato nel 1873 e il primo spettacolo rappresentato fu l'Elisir d'amore di Donizetti.
Il Teatro Dante si fece ben presto un'ottima reputazione tra i teatri della Toscana per la qualità delle rappresentazioni e degli artisti che vi calcavano le scene, tanto che Campi venne soprannominata "la piccola Parma" e il suo pubblico di appassionati era noto per la sua esigenza: rimasero celebri alcune contestazioni verso artisti che non ne avevano soddisfatto le aspettative.
Sulle scene del Dante fecero il loro debutto alcuni cantanti lirici campigiani destinati a fulgide carriere nei maggiori teatri italiani ed esteri come il tenore Gino Fratesi, il basso Ugo Novelli e il baritono Rolando Panerai.
Fin dal 1872 il progetto originario del teatro fu modificato, poiché l'Accademia dei Perseveranti decise di ampliare la sala annessa al Teatro, destinata alle riunioni dei propri soci.
La struttura del Teatro a partire dal 1875, e così nel 1879 e nel 1885, fu sottoposta a lavori di manutenzione e nel 1886 al restauro affidato all'Ingegner Micheli.
Nel 1907 il Teatro fu oggetto di grandi ed importanti modifiche, con l'allestimento di due nuove sale al piano terra e di un locale per la Società corale Monarchica Puccini sopra di esse.
Su richiesta della Provincia nel 1908 il giardino antistante il Teatro fu ridotto per lasciare spazio alla costruzione della nuova strada provinciale Lucchese.
Nel 1910 vennero effettuati lavori alla tettoia divenuta pericolante, ma le modifiche che rivoluzionarono l'assetto della struttura furono realizzate a partire dal 1938.
Questi lavori videro il ridimensionamento del palcoscenico e il conseguente avanzamento della platea, l'eliminazione del terzo ordine e la creazione di una cabina per l'operatore in modo da adibire il Teatro a cinematografo.
Nel 1944 venne restaurato il soffitto del palcoscenico, mentre nel 1952 venne completata l'opera di trasformazione della fabbrica antica, con la demolizione dei due ordini di palchi, e il vecchio teatro divenne a tutti gli effetti un cinematografo moderno.
Oggi
Dopo la metamorfosi con programmazioni di bassa qualità, il Teatro ha subito una lunga chiusura ed un lento ma inesorabile degrado.
Fino a quando il Comune di Campi Bisenzio non ha deciso di riportarlo agli antichi splendori con la ristrutturazione completa, iniziata il 25 febbraio 2003.
Grazie al restauro a cura degli architetti Ugo Perut e Firouz Galdo è stato possibile ottenere una struttura versatile che attraverso particolari strumenti consente di ampliare o ridurre il palcoscenico o i posti di platea, mentre, con una tribuna telescopica, di realizzare spettacoli a scena centrale.
Dal punto di vista architettonico è stata conservata la facciata originaria, mentre è stata modificata la parte laterale, completamente rifatta, che si affaccia su un'area verde destinata ad attività dell'Accademia dei Perseveranti.
Gli interni del teatro sono in legno per consentire una migliore diffusione del suono e sotto il palcoscenico di trecento metri quadrati è stata costruita un'area capace di ospitare fino ad ottanta orchestrali.
Il nuovo Teatro Dante Alighieri è stato inaugurato il 9 febbraio 2007.
Il Teatro è di proprietà dell'Accademia dei Perseveranti spa, ed il Comune di Campi Bisenzio detiene la maggioranza del pacchetto azionario.
Dal 2004 ai cittadini di Campi Bisenzio è stata data la possibilità di acquistare una parte delle azioni del Teatro attraverso una significativa iniziativa culturale di azionariato popolare, perché i cittadini diventassero proprietari di uno dei più importanti simboli cittadini.